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 A cura di Giobatta Pignasecca

Sembra strano ma esce ancora "Pirlorana", il patetico e patologico Organo Sessuale dell'Apir che, in attesa di sparire per sempre, ci informa sulla parte malata del Futuro del Radioascolto Italiano.
Sul numero di settembre 2001 un' apoteosi: quella del giovane Bellodi Enrico, un ragazzo sul quale i Verticissimi hanno puntato gli artigli e -ahime' per lui- non mollano manco a morire.
La storia del povero Bellodi Enrico e' semplice: "Ho 26 anni, collaboro da diversi anni al bollettino del GARS, e sono interessato principalmente alle trasmissioni broadcasters (sic) irradiate sulle onde corte, in particolare in italiano e in francese". Il giovane Bellodi, nutrito delle scempiaggini di quel GARS che se fosse preso sul serio andrebbe denunciato fra le tante vergogne del sud-Italia, arrivato a ventisei anni con quella cultura generale che gli permette di scrivere 'trasmissioni broadcasters' in pubblico senza arrossire, decide di fare una bella tesina di laurea in storia, sul radioascolto. Relatrice una oscura prof di geografia, certa Bonora Paola, a detta dello stesso neolaureato 'molto interessata all'argomento, per lei del tutto sconosciuto'. La tesi sostenuta e' la seguente: "Le emissioni broadcasters (sic) in onde corte esistono da anni, sono state molto importanti in passato (durante la guerra fredda in particolare) ma oggi sono in declino. Tuttavia hanno ancora importanza sia come come servizio residuale sia come elemento utile per raggiungere le zone piu' povere del mondo". 
Che in questo paese ci si possa laureare sostenendo l'esistenza dell'acqua calda non stupisce né scandalizza più nessuno, e non è certamente questa la sede per disquisire sullo sfascio dell'università italiana; ma un capitolo del lavoro del neo-dottore è dedicato "al radioascolto in Italia con un'analisi dei gruppi oggi esistenti"- e qui casca, letteralmente, l'asino. Secondo Bellodi Enrico, il radioascolto in Italia lo hanno fatto l'Air, Sergi e qualche piccolo gruppuscolo minoritario. In una tesi che dovrebbe essere storica vengono omessi avvenimenti e personaggi di fondamentale rilevanza per chi voglia capire l'evoluzione di questa particolare sottocultura. Intendiamoci: non che la storia del radioascolto italiano abbia una qualche importanza: si tratta dopo tutto delle paturnie di una ventina di squinternati; ma se Bellodi Enrico voleva giocare a fare le cose sul serio, avrebbe dovuto come minimo usare la correttezza di documentarsi senza ripetere a pappagallo le falsità propinate dai Presidentissimi Ufficiali. Stranamente, invece, il ragazzo ha scelto di consultare alcuni siti internet e di non accorgersi dell'esistenza di altri; di intervistare certe persone senza chiedere il parere di interlocutori diversi e accessibilissimi per telefono o per e-mail; di scrivere, in definitiva, una storia distorta e un'analisi laidamente addomesticata. Spiace, perché dai giovani ci si aspetterebbe amore per la conoscenza, spirito critico e onestà intellettuale. Ma forse è chiedere troppo: l'opportunismo e la mediocrità, di questi tempi, sembrano funzionare molto meglio della dignità.
Non stupisce che alla cerimonia di laurea del neo-dottore fossero presenti alcuni dei più impresentabili zombies del radioascolto italiano, compreso il Generale Ammiraglio dell'EDXC che tanto sta facendo per rendersi ridicolo a livello europeo; cosa avranno promesso a uno studente così promettente? Un posto da vicepresidente aggiunto? Trasmissioni da radio Malta con rimborsi-spese milionari? Pubblicazione di Radioland-2 con le Edizioni Mendicea? 
Bellodi Enrico sente il dovere di "ringraziare Giovanni Sergi, che per primo mi ha introdotto nel vivace mondo della radiofonia internazionale". Che bravo, questo Sergi: passa la vita a leccare il culo dei segretari di tutte le stazioni del mondo che possano fargli vincere un concorsino, e riesce anche ad addestrare i giovani nella dubbia arte della ruffianeria professionale. Un ottimo maestro che a quanto pare ha incontrato un ottimo allievo. Complimenti.

Su 'Pirlorana' scrive (male) anche Gruppo di Lavoro, più noto come 'duemilioni e quattro' per via della tangente che gli passa l'Apir come 'rimborso-spese' per le vaccate che non si vergogna di trasmettere dai microfoni della stucchevole Radio Malta. E a Radio Palta, ovviamente, è dedicato il suo spazio dal quale abbiamo appreso che "dal 1998 questa trasmissione ha aperto in Rete uno spazio dedicato alle opinioni degli ascoltatori che trovano questa opportunità di confronto postando messaggi alla mailing list vom-radio@egroups.com". Egroups è diventata Yahoo! da secoli, ma Gruppo di Lavoro, ovviamente, non lo sa. E comunque ecco le caratteristiche di questo 'spazio dedicato alle opinioni':

Members: 10 
Founded: Jun 27, 1999 
Restricted membership 
Only the moderator may post

Da cui si deduce che Gruppo di Lavoro come al solito racconta balle: la lista non è stata fondata nel 1988, e soprattutto nessuno può postare una bella sega di niente, tranne il moderatore: definirla 'opportunità di confronto' sembra quanto meno da dementi, ma del resto questo è il livello del genio di Barletta. Per la cronaca, i messaggi postati su questo vivace spazio dedicato alle opinioni sono stati 1 (uno) nell'intero anno 2001. Complimenti vivissimi.

Gli è che il concetto di 'scambio di opinioni' sembra impossibile da digerire, per i Dirigentissimi: hanno paura (o forse vergogna) di dire la loro sui newsgroup, sulle liste di discussione, ovunque. Si limitano a emanare comunicati 'ufficiali', proclami, stupidaggini senza senso - e non accettano mai, ma proprio mai al mondo, un dialogo. Strano, e ancora più strano che esista gente che li prende ancora sul serio. L'Ammiraglio Generale dell'EDXC, per esempio, ha aperto da mesi un 'forum' su quel delirio informatico che è il sito 'edxc.org'. Ovviamente non l'ha detto a nessuno; quei pochi che l'hanno scoperto e hanno cominciato a postare messaggi si sono accorti che non solo l' Ammiraglio si guarda bene dal rispondere, ma cancella accuratamente tutto lasciando solo il suo squallido messaggio di benvenuto. E' roba da manicomio: uno mette su un forum per poi passare il tempo a cancellare i messaggi. Va bene essere ossessionati dal desiderio del potere e della censura, ma francamente qui ci si avvicina pericolosamente a stati da ricovero coatto.

Su 'Pirlorana' di Settembre', fra lettere di scoppiati che si stupiscono per le ovvie considerazioni di Radio Mosca ("se l'ascolto della Voce della Russia mostra qualche progresso non è certo per merito dell'Air") e commenti sulla radio a galena, appare anche un annuncio di grande attualità: il 9 agosto ricorre il sesto anniversario della trasmissione in lingua italiana di Voce dell'Iran. La redattrice Anna Motacchi sta già lavorando all'evento, scrivetele subito un e-mail di congratulazioni e ringraziamento per contribuire alla migliore riuscita del programma speciale. Ora, non si capisce se i Redattorissimi parlino del 9 agosto prossimo, o di quello passato: a volte hanno difficoltà a relazionarsi con lo spazio-tempo. In tutti i casi, a qualsiasi persona normale verrebbero dei dubbi sull'opportunità di inviare congratulazioni e ringraziamenti a un organo uficiale del più bieco fondamentalismo islamico; ma la normalità all'Apir non sanno bene cosa sia, già da tempo.